U.R.S.S.
(Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)
L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) (in russo: Союз Советских Социалистических Республик - CCCP, Sojuz Sovetskich Socialističeskich Respublik - SSSR, IPA /sʌjus sʌ'vʲɛtskɪx səʦɪəlɪ'stiʧɪskɪx rʲɪ'spublɪx/), anche nota come Unione Sovietica (Сов́етский Со́юз, Sovetskij Sojuz, IPA /sʌ'vʲɛtskɪj sʌjus/), era uno stato federale comunista dell'Eurasia nordorientale. Fu fondata il 30 dicembre 1922, sulle ceneri del vecchio Impero zarista e si sciolse ufficialmente il 1 gennaio 1992. La lista delle repubbliche costituenti la federazione, nel corso del tempo subì numerose variazioni. Negli anni precedenti il suo scioglimento, ne facevano parte 15 Repubbliche Socialiste Sovietiche (RSS). La più grande per superficie, economia e popolazione e la più importante sul piano politico fu la Repubblica Socialista Sovietica Russa, l'odierna Russia. Anche il territorio dell'Unione Sovietica subì vari mutamenti, e nel periodo più recente corrispondeva approssimativamente a quello del tardo Impero Russo, senza tuttavia Polonia e Finlandia. L'organizzazione politica del paese prevedeva un solo partito politico ufficialmente riconosciuto, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS), guidato da un Segretario Generale e dal Politburo. La Russia era uno dei pochi paesi europei a non vivere, nel corso del XIX secolo una trasformazione politica, oltre che economica e sociale, in senso democratico e borghese. Le tensioni tra le esigenze di cambiamento espresse da una parte della popolazione e un modello politico statico, basato su una monarchia autocratica, furono all'origine di tre rivoluzioni. La prima, senza esito, ebbe luogo nel 1905, successiva alla sconfitta nella guerra contro il Giappone. La seconda e la terza avvennero invece nel 1917, rispettivamente a marzo (febbraio secondo il calendario giuliano, seguito dalla Chiesa Ortodossa e, ai tempi, in vigore in Russia) e novembre (ottobre), innescate da gravi problemi politico-sociali, da un diffuso malcontento nei confronti della monarchia e dalla tremenda crisi sofferta dalla Russia durante la prima guerra mondiale. Nel febbraio 1917 Pietroburgo insorse contro il regime zarista e venne costituito un governo provvisorio multipartitico, presieduto dal principe L'vov, che rimase in carica solo alcuni mesi. Fu la Rivoluzione di Febbraio. Il 15 marzo lo Zar Nicola II fu costretto ad abdicare. Il 7 maggio durante la VII conferenza panrussa del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, la componente bolscevica propose di trasferire tutto il potere ai soviet degli operai, dei soldati e dei contadini che nel frattempo si andavano formando in tutto il paese. Si formò poi un nuovo governo guidato da Kerenskij, mentre fallì il tentativo controrivoluzionario del generale Kornilov. La terza rivoluzione, iniziata con la presa del Palazzo d'Inverno il 7 novembre 1917, ebbe successo e passò alla storia sotto il nome di, o più precisamente Rivoluzione d'Ottobre. Venne istituita la Cheka e formato un governo rivoluzionario composto dal "consiglio dei commissari del popolo". Il 18 gennaio 1918 venne sciolta l'assemblea costituente e il 3 marzo venne firmata la pace di Brest-Litovsk, che portava il paese fuori dalla prima guerra mondiale. La decisione di firmare la pace provocò tensioni all'interno del Partito operaio, che si trasformò in Partito Comunista Russo, e provocò altresì le dimissioni dei commissari dissidenti, che in tal modo consegnarono il potere ai bolscevichi. Sempre nel 1918 nacque l'Armata rossa, che sostituì il vecchio e disgregato esercito. La reazione delle forze escluse dal potere e delle potenze straniere non si fece attendere. Nella primavera del 1918 gli inglesi occuparono i porti di Murmansk e Arcangelo, mentre i giapponesi si impadronirono del porto di Vladivostok. In seguito intervennero anche Francia e Stati Uniti. In Ucraina e Finlandia si instaurarono regimi nazionalistici con l'aiuto tedesco, mentre in Russia nacquero ben 18 governi opposti al governo sovietico. La guerra civile, che durò dal 1918 al 1921, vide l'Armata rossa combattere in particolare contro gli eserciti bianchi dell'ammiraglio Aleksandr Vasilevič Kolčak in Siberia e del generale Anton Denikin nella Russia meridionale. Dopo aver rischiato la sconfitta, a partire dal 1919 l'Armata rossa riuscì a prevalere, conquistando la Crimea alla fine del 1920 e nel 1921 Caucaso, Georgia, Armenia e Azerbaijan. La guerra civile durò però fino al 1923 con la sconfitta degli ultimi eserciti contadini, detti "Verdi". La guerra finì con la vittoria dell'Armata Rossa e la fondazione dell'Unione Sovietica, il primo stato socialista del mondo, il 30 dicembre 1922, sotto la guida del leader bolscevico Vladimir Lenin. L'Unione Sovietica fu il successore dell'Impero Russo, ma di esso fu più piccolo a causa dell'indipendenza di Polonia, Finlandia e Stati baltici. Lenin istituì una politica per la quale a queste conquiste dell'Impero Russo venne garantita l'indipendenza, mentre a molte altre entità venne concessa un'ampia autonomia. Dopo la morte di Lenin, nel 1924, ci fu una lotta per la conquista del potere all'interno della leadership del partito tra chi sosteneva la necessità di un allargamento della rivoluzione ad altri paesi (Germania, soprattutto) e chi teorizzava la possibilità e la necessità del "socialismo in un solo paese". Il segretario del Partito Iosif Džugašvili, detto Stalin, fautore del socialismo nazionale, emerse come nuovo capo contrapponendosi a Lev Trotsky, leader dell'Opposizione di sinistra. Stalin avviò un programma di rapida industrializzazione e di riforme agricole forzate, utilizzando lo stato come leva dell'accumulazione capitalistica russa, mantenendo un'impalcatura ideologica socialista. Per fare ciò ampliò drasticamente la portata della polizia segreta di stato (prima NKVD, poi GPU, e infine KGB), e fece sì che, durante il suo governo, decine di milioni di persone che non appoggiavano la sua politica, venissero uccise o mandate nei Gulag. Particolarmente famoso è il periodo 1936-1939, conosciuto come periodo delle Grandi purghe. Tra il 1938 e il 1940 l'Unione Sovietica occupò Estonia, Lettonia, Lituania, e alcuni territori di Finlandia, Polonia, Romania, e Mongolia. Sotto Stalin, L'Unione Sovietica fuoriuscì dalla seconda guerra mondiale (conosciuta in Unione Sovietica come la grande guerra patriottica) come una delle principali potenze mondiali, con un territorio che comprendeva gli Stati Baltici e una porzione significativa della Polonia ante-guerra, unitamente ad una sostanziale sfera d'influenza nell'Europa orientale (vedi Impero Sovietico). Il confronto politico tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti persistette per molti anni e viene denominato con il termine di Guerra Fredda. Dopo la morte di Stalin si scatenò una nuova lotta per il potere, della quale Nikita Khruščёv risultò vincitore. Uno dei momenti peggiori nelle relazioni USA-URSS fu la Crisi dei missili di Cuba, quando Khruščёv iniziò ad installare missili nucleari a medio raggio sull'isola di Cuba, in cui era da poco stato instaurato un regime socialista simile a quello sovietico. Khruščёv, che per tutto il suo periodo al potere oscillò tra i poli opposti di una radicale destalinizzazione (conosciuta come distensione) e di una difesa del vecchio ordine (come nel caso dell'invasione dell'Ungheria nel 1956), fu rimosso nel 1964 da un blitz interno al partito, guidato da Leonid Brežnev, che prese il potere e governò fino alla morte nel 1982. Questo evento inaugurò quella che sarebbe stata conosciuta negli anni seguenti come "epoca della stagnazione". Il Presidente Mikhail Gorbačëv, negli anni ottanta, riformò drasticamente la natura oppressiva del governo sovietico con il suo programma di aperture detto glasnost, grazie al quale ad esempio la popolazione non veniva più imprigionata per aver esercitato diritto di parola contro la politica statale. Le sue riforme economiche, dette perestrojka (ristrutturazione), significarono la fine dell'espansionismo russo; l'esercito russo si ritirò dall'Afghanistan, negoziò con gli Stati Uniti una riduzione degli armamenti, e il governo russo cessò di interferire negli affari degli altri governi est-europei. Nell'agosto 1991, l'Unione Sovietica si dissolse dopo un fallito colpo di stato, tentato dai vertici militari, che osteggiavano la direzione verso cui Gorbačëv stava guidando la nazione. Forze politiche liberali e democratiche guidate da Boris Eltsin usarono il colpo di stato per mettere in un angolo Gorbačëv (che era formalmente impegnato contro gli ideali dello stalinismo), bandendo il Partito Comunista e spezzando l'Unione. L'8 dicembre 1991 i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia firmarono a Belavezha il trattato che sanciva la dissoluzione dello Stato sovietico. In seguito, l'Unione Sovietica venne sciolta formalmente dal Soviet Supremo l'1º gennaio 1992. Il giorno prima Gorbačëv aveva rassegnato le proprie dimissioni da presidente dell'URSS. Già in precedenza, nel corso del 1991, singole repubbliche avevano dichiarato la propria indipendenza: Georgia, Estonia, Lettonia, Ucraina, Bielorussia, Azerbaijan, e Armenia. Il 1º luglio venne sciolto ufficialmente il Patto di Varsavia.
Forma locale Stato
Ordinamento dello Stato
Capitale
Lingua
Moneta
Unione delle Repubbliche Socialistiche Sovietiche
Federazioni di repubbliche socialiste
Mosca
Russo
Rublo sovietico (diviso in 100 Kopek)
POSIZIONE GEOGRAFICA
21
LIBRETTI
TIPI / PERIODI
IMPERO ZARISTA
(16)
1910 -
►
1924
U.R.S.S.
(Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)
(5)
1925 -
►
1948
UNIONE SOVIETICA
(Dissoluzione)
1991 -
►
LIVELLO CATALOGAZIONE
100 %